Lei doveva essere la prima, senza ombra di dubbio.

Inauguro la mia personalissima e Speciale serie di interviste a denominate “88 Chiacchiere con…” con una persona che ha avuto (ed ha grande impatto) sulla vita di tanti libri che probabilmente starai leggendo: Natascia Cortesi.

Natascia è un editor freelance nel tortuoso (e melmoso) universo della scrittura.

Benvenuta e grazie per aver accolto quesiti danzanti dalla mia mente, averli filtrati nella tua ed averne elaborato le risposte, Natascia.

Cominciamo: dovessi descrivere di cosa ti occupi in 5+1 parole, cosa diresti?

Valorizzare parole celate tra le righe.

Ti ho fatto esordire col dono della sintesi, eh? Nella scrittura sei una Maestra di ciò, nei messaggi vocali un po’ meno! Raccontami la genesi del tuo lavoro. Come nasce? Per caso o dopo attente valutazioni e meditazioni?

All’inizio per caso, ma la scelta definitiva di farne un lavoro esclusivo è stata assolutamente ponderata con estrema attenzione. Ho iniziato nel 2009; all’epoca ero dipendente di un’azienda e mi occupavo principalmente di amministrazione legata al trasporto scolastico locale. Il lavoro mi piaceva, ma ho sempre sognato di fare tutt’altro… Insomma, le parole mi rappresentavano molto più dei numeri. Ho iniziato editando manuali di Giochi di Ruolo scritti da mio marito e, in seguito alla vincita di un concorso nazionale, ho deciso di approfondire gli studi di settore per poter svolgere la professione di editor e revisore di bozze. È cominciata così la mia “gavetta” di circa sei anni, durante i quali ho svolto la professione di editor come seconda attività, ampliando i miei orizzonti verso ciò che ho sempre sognato: i libri. Nell’ottobre 2015 ho raggiunto un pacchetto clienti (e soddisfazioni) tali da essermi trovata di fronte a un bivio. Un bivio bellissimo, ma allo stesso tempo terrorizzante: lasciare il certo o esplorare il nuovo? Be’, la risposta oggi si sa… E col senno di poi, posso solo confermare di aver fatto la scelta giusta. Una scelta che mi ha semplicemente riempito la vita.

Cosa vuol dire fare l’editor nel 21° secolo?

L’editoria è sicuramente in continua evoluzione, e fare l’editor oggi non significa solo stare seduto alla scrivania, davanti a un pc. Significa avere a che fare con tanti autori emergenti, con diverse realtà editoriali (Case Editrici, Agenzie Editoriali e Letterarie), ma soprattutto non vuol dire fare solo editing. Molti editor freelance come me hanno la fortuna di partecipare attivamente a diverse fasi della filiera editoriale, che vanno dal confronto sulla grafica a tutto ciò che gira intorno agli elementi multimediali connessi, fino alla creazione di sinergie finalizzate alla realizzazione di progetti correlati di vario genere come Crowdfunding, trasposizioni teatrali o progetti ludico didattici. Saper cogliere queste opportunità è fondamentale per alimentare la professione e renderla nuova ogni giorno.

Si dice che in Italia ci siano più scrittori che lettori, con questo ragionamento avrai sempre un sacco di lavoro. Stai imparando a dire no a qualche progetto o autore, e se lo dici, in base a cosa lo dici? 

Assolutamente sì. Penso sia importante dire no a chi ritengo non sia ancora pronto, soprattutto perché sarebbe inutile svolgere un lavoro di editing su una base non strutturata in modo corretto o con un livello di scrittura non adeguato. Dopo un’attenta analisi e una valutazione dettagliata, spesso mi è capitato di consigliare dei corsi di scrittura creativa al fine di sopperire a determinate carenze, e di ritornare (eventualmente) per l’editing solo dopo aver acquisito maggiori competenze. Un aspetto interessante del mio lavoro è anche quello di accompagnare gli scrittori lungo un percorso di crescita professionale, attraverso una condivisione costante di idee.

Qui vedo alcuni dei libri che hai editato, complimenti sono già tantissimi. Capitolo scadenze. Da freelance ci sono i vantaggi della gestione del tempo, ma quando c’è tanto da fare… Ci sono giorni in cui vorresti stoppare ma proprio non riesci per le famose deadline che scandiscono i tuoi lavori?

Purtroppo sì! Le deadline sono un incubo ricorrente, ma non è possibile ignorarle. Può essere la scadenza di un concorso editoriale, la consegna del file a un editore, a un’agenzia, a un autore o il Visto si stampi, ma quella consegna deve andare a buon fine. A volte mi capita di fare notte fonda… ma questo è il prezzo del freelance! 😉

In definitiva, come gestisci lo stress?

Non lo gestisco, è lui che gestisce me! 😉 Scherzo… Ritagliandomi tanti piccoli momenti. Non potendo staccare per periodi troppo lunghi, cerco di godere delle cose semplici della vita. Una di queste è sicuramente Netflix! Divano, tisana e serie tv (o film) Netflix è sicuramente una potentissima combinazione anti-stress!

Domanda Marzulliana: la famiglia è una priorità per cui lavorare o il lavoro è una priorità per vivere meglio la famiglia?

Ho sempre sognato una domanda “Marzulliana”! Allora, diciamo che se ho fatto il cosiddetto “salto nel buio” verso questa professione è stato principalmente per migliorare la qualità della mia vita personale. La mia famiglia è parte di me… Sono quella che sono oggi perché mio marito mi ha sempre sostenuta in ogni mio passo, sciogliendomi ogni singolo dubbio e prendendomi per mano tutte le volte che ho pensato “avrò fatto la scelta giusta?” Sono quella che sono oggi perché lavorando a casa posso seguire mio figlio e non perdermi quegli attimi che, come si dice, “non torneranno mai più”. Lavoro h24, ma non mi pesa perché il mio mondo si è fuso nella mia casa e la mia famiglia lo vive insieme a me. Sono fortunata… anzi no, ho lavorato sodo per arrivare a questo punto. Senza falsa modestia, posso dire di essermi guadagnata tutto questo. Lavoro e famiglia: nessuna gara, nessuna priorità, solo una miscela perfetta.

Editare vuol dire anche entrare in empatia con la persona che ha qualcosa da trasmettere, che vuole comunicare emozioni dal profondo, da dentro. Riesci a prendere qualcosa a livello umano da ogni autore con cui collabori?

Assolutamente sì. Con molti autori con cui collaboro, o con cui ho collaborato in passato, si è creata una bellissima empatia. Ogni volta che un autore mi consegna un testo mi sento una privilegiata perché so che, affidandomi quelle parole, mi sta affidando una parte di sé. 

Con tutta questa esperienza hai mai pensato di scrivere un libro?

Questa domanda mi viene fatta spesso, anche da amici o conoscenti, ma in realtà la mia risposta è sempre la stessa: no. Mi spiego: amo scrivere, soprattutto riflessioni o piccole poesie, ma nulla di più. Credo che per scrivere un libro si debba sentire l’esigenza profonda e primordiale di raccontare una storia, mentre io non sento questo bisogno… Io, al contrario, adoro poter modellare le opere d’arte altrui, cogliere i punti forti di un testo per potenziarlo, limarne i difetti per renderlo perfetto. Il tutto creando con l’autore e la storia una sinergia tale da generare una condivisione unica.

Se l’idea ti ha anche solo sfiorato la testa, lo editeresti tu o lo faresti fare da qualcun altro?

Dovessi cambiare idea (perché mai dire mai), lo farei senza dubbio editare da qualcun altro. Nessuno, e ribadisco nessuno, è in grado di editarsi un libro da solo. La nostra mente non è obiettiva, noi non siamo in grado di vedere i nostri difetti, e men che meno di scovare tutti i refusi, soprattutto dopo aver scritto, letto e riletto più volte lo stesso testo.

Questa è Natascia Cortesi, Signore & Signori. E mi permetto di aggiungere delle riflessioni alle sue risposte, alle sue parole.

Parole che provengono da una persona che reputo di un’altra categoria. La mia collaborazione con lei nasce tre anni fa. Quando ci siamo conosciuti avevo appena finito di scrivere “La Guerra degli Scrittori“. Da lì altre collaborazioni, come il laborioso progetto “Mille Racconti per Mille Parole” o le disavventure di Romao in “Cosa Pensano i Gatti Italiani dei Felini Stranieri” e tanti altri meravigliosi spunti. Ora Natascia è cresciuta, ha aumentato le collaborazioni e dà sempre il massimo in ogni cosa che fa. Puoi visitare il suo blog personale qui.

Natascia è una persona meravigliosa, buona dal profondo del cuore, con quell’energia allegra, contagiosa, entusiasmante.

Quell’Energia che amo.

Jim Rohn una volta ha detto «You are the average of the 5 people you spend the most time with», ‘Sei la media delle 5 persone che frequenti di più’.

Ecco, dal profondo del cuore ti auguro di avere sempre attorno a te una persona come Natascia Cortesi.

Chapeau.

Kempes Astolfi
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